Navigando tra la Sovrabbondanza Digitale e la Nostalgia Televisiva: Il Paradosso dei Millennial nel Consumo Mediatico del Ventunesimo Secolo


L’avvento del ventunesimo secolo ha portato ad una trasformazione senza precedenti nel modo in cui consumiamo contenuti mediatici. Con l’esplosione delle piattaforme digitali, la generazione millennial si trova in un limbo mediatico, oscillando tra le opportunità offerte dalla vastità online e la nostalgia per la semplicità del passato televisivo.

Nati negli anni Novanta, i millennial sono cresciuti durante un periodo di transizione mediatica. Da spettatori di serie televisive iconiche come “The O.C.” su Italia1, si sono adattati rapidamente alle nuove dinamiche digitali, dalle chat di MSN ai social media. Questa dualità li ha resi una generazione unica, in bilico tra un passato televisivo consolidato e un futuro digitale in continua evoluzione.

Nonostante le predizioni sulla morte della televisione tradizionale, essa continua a esercitare un fascino irresistibile. Le recenti festività natalizie, vissute tra le coperte con l’influenza, hanno portato in primo piano la nostalgia per il palinsesto televisivo. La sua linearità e l’assenza di scelte complesse hanno offerto un rifugio rassicurante, in contrasto con l’incessante ricerca digitale.

La rivoluzione digitale avrebbe dovuto portare alla disintermediazione1 e a una democratizzazione dell’accesso ai contenuti. Tuttavia, la sovrabbondanza di opzioni ha creato un nuovo problema: l’ansia da scelta. I millennial, cresciuti con la comodità della programmazione televisiva, si trovano ora a navigare tra una vastità di opzioni online, spesso paralizzati dalla pletora di contenuti disponibili.

La televisione è stata una compagna di crescita per i millennial, seguendoli attraverso le diverse fasi della loro vita. Dai programmi per ragazzi alle serie adolescenziali, ha contribuito a plasmare la loro identità. Nonostante l’abbondanza di nuovi contenuti digitali, la televisione rimane un elemento di continuità, testimone di momenti significativi vissuti insieme.

Un elemento chiave che emerge è la pigrizia, intesa non come negligenza, ma come desiderio di comodità. Mentre le piattaforme digitali richiedono un impegno attivo nella scelta dei contenuti, la televisione tradizionale offre un approccio più passivo. La pigrizia diventa così una sorta di salvezza, un modo per alleviare l’ansia della scelta e godersi l’intrattenimento senza sforzo.

La sopravvivenza della televisione nel futuro digitale dipenderà dalla sua capacità di adattarsi alle esigenze mutevoli dei millennial. Offrendo una combinazione di nostalgia, comfort e semplicità, la televisione potrebbe trovare la sua nicchia nel caos digitale. Tuttavia, sarà cruciale per essa mantenere il passo con le nuove tendenze e integrare elementi di interattività e personalizzazione per catturare l’attenzione di una generazione abituata all’individualizzazione dell’esperienza mediale.

I millennial navigano tra le complessità del ventunesimo secolo, cercando un equilibrio tra le opportunità offerte dalle piattaforme digitali e la nostalgia della televisione tradizionale. Il paradosso della scelta infinita si scontra con la pigrizia come rifugio, creando un’interessante dinamica nel consumo mediatico di questa generazione. La televisione, con la sua storia ricca e la sua capacità di evolversi, potrebbe rappresentare una via di mezzo tra il passato e il futuro, offrendo una continuazione della sua storia affascinante nel contesto mediatico in continua evoluzione.

  1. Nel contesto mediatico e digitale, il termine “disintermediazione” si riferisce al processo attraverso il quale le nuove tecnologie e piattaforme consentono agli utenti di accedere direttamente ai contenuti senza la necessità di intermediari tradizionali. In altre parole, la disintermediazione rimuove gli strati intermedi che tradizionalmente collegavano i creatori di contenuti agli spettatori o consumatori, consentendo un accesso più diretto e immediato. Nel testo in questione, l’autore menziona la “disintermediazione” in relazione alle previsioni della rivoluzione digitale, che in teoria avrebbe dovuto abbattere le barriere tra creatori di contenuti e pubblico, permettendo a chiunque di distribuire e consumare contenuti senza passare attraverso canali mediatici tradizionali. Tuttavia, l’autore sottolinea che, nonostante queste aspettative, la disintermediazione ha portato anche a nuovi problemi, come la sovrabbondanza di contenuti online e l’ansia da scelta. In sostanza, mentre la disintermediazione prometteva una democratizzazione dell’accesso ai contenuti e una maggiore autonomia per i consumatori, ha anche generato nuove sfide legate alla gestione dell’eccesso di opzioni e alla necessità di fare scelte informate in un panorama mediatico vasto e frammentato. ↩︎

Le quattro distopie che ci minacciano


Riflessioni sul potere delle aziende tecnologiche e le sfide per la libertà individuale

Nell’immaginario collettivo, le distopie rappresentano futuri oscuri e oppressivi, in cui la libertà e l’autonomia sono limitate o addirittura negate. Questi scenari distopici spesso riflettono paure e preoccupazioni profonde riguardo al potere e al controllo nelle società moderne. In questo articolo, esploreremo le quattro distopie più iconiche: l’Orwelliana, la Kafkaesque, l’Huxleyana e la Phildickiana. Analizzeremo i pregi e i difetti di ciascuna, mettendo in luce i tratti comuni che rappresentano minacce per il nostro futuro. Infine, approfondiremo il tema dello stra-potere delle multinazionali e il ruolo che potrebbero svolgere in queste distopie.

  1. Distopia Orwelliana:

In un mondo governato dalla distopia Orwelliana, un partito o un’élite totalitaria autocratica detiene un controllo assoluto sulla popolazione. Gli individui sono privati della libertà di espressione e di pensiero, e la sorveglianza costante li costringe a vivere in uno stato di paura costante. Il pregio di questa distopia è che mette in luce i pericoli di un potere centralizzato e autoritario, in cui la manipolazione delle informazioni e la censura possono essere utilizzate per mantenere il controllo. Il difetto principale risiede nella totale negazione dell’individualità e della libertà di scelta, riducendo gli individui a semplici pedine nelle mani del potere dominante.

  1. Distopia Kafkaesque:

La distopia Kafkaesque si basa su un sistema burocratico opprimente, in cui l’individuo si scontra con una rete intricata di regole e procedure. Questo sistema burocratico è progettato per frustrare e deumanizzare i cittadini, creando un senso di impotenza e alienazione. Il pregio di questa distopia è che mette in evidenza i rischi di un sistema governativo eccessivamente complesso e inefficace, in cui l’individuo si perde tra le maglie di un labirinto burocratico senza senso. Il difetto principale è rappresentato dall’assenza di chiarezza e razionalità, che porta a un senso di impotenza e alla mancanza di fiducia nelle istituzioni.

  1. Distopia Huxleyana:

La distopia Huxleyana è caratterizzata da un sistema che unisce elementi democratici, totalitari, capitalisti e/o tecnocratici. In questa società, il controllo si basa sulla manipolazione delle scelte e dei desideri delle persone, che vengono costantemente distratte da consumismo, divertimenti superficiali e droghe. Il pregio di questa distopia è che evidenzia i pericoli di un’abbondanza di scelte apparentemente illimitate, che in realtà nascondono un controllo sottile e manipolativo. Il difetto principale consiste nella superficialità delle relazioni umane e nella mancanza di vera libertà individuale, poiché le persone sono costantemente soggiogate da un sistema che sfrutta i loro desideri e le loro dipendenze.

  1. Distopia Phildickiana:

La distopia Phildickiana si basa sulla sostituzione della realtà con un totalitarismo astratto o sulla disconnessione dal mondo reale. In questa distopia, gli spazi sociali vengono trasformati in ambienti virtuali “immersivi” chiamati “holodecks”. Il controllo avviene attraverso la manipolazione e la distorsione di questi ambienti virtuali, portando alla negazione della realtà stessa. Il pregio di questa distopia è che mette in guardia sulla perdita del senso di realtà e di connessione umana nel mondo digitale. Il difetto principale risiede nella creazione di una società in cui l’esperienza umana autentica viene soppiantata da una realtà artificiale, compromettendo l’identità e la libertà individuale.

Ogni distopia presenta una forma di controllo e oppressione che minaccia la libertà e l’autonomia degli individui. Siano esse basate sull’autoritarismo, sulla burocrazia, sul consumo o sulla manipolazione della realtà, tutte queste distopie riflettono la potenziale minaccia rappresentata da un potere eccessivo e non controllato. In ognuna di esse, l’individuo è privato dei propri diritti e sottoposto a un sistema che lo riduce a una condizione di soggezione.

Le distopie descritte pongono l’accento su uno dei pericoli emergenti della nostra era: lo stra-potere delle multinazionali. Queste gigantesche aziende globali, con la loro influenza economica e politica, possono esercitare un controllo significativo sulla società e limitare la libertà individuale. È essenziale che le istituzioni e i cittadini si impegnino attivamente a limitare l’influenza e il potere di queste multinazionali, proteggendo i diritti dei singoli e garantendo un equilibrio di potere nella società.

Le distopie rappresentano mondi in cui la libertà e l’autonomia sono minacciate. Attraverso le distopie Orwelliana, Kafkaesque, Huxleyana e Phildickiana, prendiamo consapevolezza dei pericoli che possono emergere da un potere eccessivo e non controllato. È fondamentale riconoscere i tratti comuni tra queste distopie per affrontare le sfide che potremmo affrontare nel nostro futuro. In particolare, dobbiamo prestare attenzione allo stra-potere delle multinazionali, lavorando per limitare la loro influenza e proteggere i diritti e la libertà dei singoli. Solo attraverso la consapevolezza e l’azione collettiva possiamo evitare che queste distopie diventino una realtà nella nostra società.

Capire il discorso di Eliot & Margo (The Magicians – 3×01)


Piccola “guida” che raccoglie i numerosi riferimenti nello scambio di battute tra Eliot e Margo nel primmo episodio della terza stagione.
Sia per la versione in inglese che per quella italiana.

🇬🇧
Eliot: Auch! What? Aunch!
Margo: Dude, you’re gonna leave a mark and I don’t like it in a non sexual context.
Eliot: Ok, ok, ok… Hmm… You watched Battlestar, right?
Margo: Yeah, I love when they do terrorism allegory with mostly white people.
Eliot: Mm-hmm… You remember Grace Park in season one?
Margo: Of course, best storyline.
Eliot: Why?
Margo: Duh, because she was actually…
Eliot: You’re Grace Park, ok? You’re Grace Park, Margo.
Margo: I’m Grace Park. [1]
Eliot: Yeah. And we have ourselves a bit of a Gene Hackman in “The Conversation“. [2]
Margo: I didn’t see that one.
Eliot: Yeah, right, hum… Someone is “xoxo, Gossip Girl“-ing [3] our shit. Remember James Marsden in X-Men, hm? Your Marsden is xoxo-ing us [4] full on that great song by The Police.
Margo: That Fairuza Balk in “The Craft“.
Eliot: Yeah, more Cersei Lannister.
Margo: Hey, glad I made you read those.
Eliot: Well, I read the Wiki. What? Those books are like a million pages long. I have a life.
Margo: Okay.
Eliot: Anyway, whatever your Marsden would xoxo, Cersei xoxo’s. So, we have to keep it very best episode of “Buffy.”
Margo: Musical?
Eliot: The other one.
Margo: Okay. How do we Lizzie Borden the shit out of this thing? ‘Cause I am about ready to go full ’07 Britney.
Eliot: Maybe we could’ve back when this place was Pottered up.
Margo: Still. Even without a wand, Harry would figure some shit out.
Eliot: Honestly, I didn’t quite finish those books either…
Margo: Our Harry, I mean.
Eliot: Oh! Him. Well, he’d…
Margo: Mm-hmm…
Eliot: Consult the creepy pedophile. [5]

🇮🇹
Eliot: Ahia! Che c’è? Ahia!
Margo: Cosi’ mi lasci il segno e non mi piace in un contesto non sessuale.
Eliot: D’accordo, d’accordo. Hai visto “Battlestar”, vero?
Margo: Sì. Adoro le allegorie sul terrorismo composte per la maggioranza da bianchi.
Eliot: Ricordi Grace Park nella prima stagione?
Margo: Certo, era la storia migliore.
Eliot: Perché?
Margo: Perché era davvero…
Eliot: Tu sei Grace Park. Va bene?
Tu sei Grace Park, Margo.
Margo: Sono Grace Park.
Eliot: Sì. E noi dobbiamo fare come nel film “La conversazione”, con Gene Hackman.
Margo: Questo non l’ho visto.
Eliot: Qualcuno sta xoxo, Gossip Girlando quello che facciamo.
Ricordi James Marsden in X-Men?
Il tuo Marsden sta facendo la Gossip Girl riprendendo il testo di quella fantastica canzone dei Police.
Margo: Quella Fairuza Balk in “Giovani streghe”.
Eliot: Sì, pero’ piu’ alla Cersei Lannister.
Margo: Ehi, per fortuna te li ho fatti leggere.
Eliot: No, ho letto la trama su Wikipedia.
Che c’e’? Quei libri hanno un milione di pagine.
Ho una vita.
Margo: Ok.
Eliot: Comunque, qualsiasi cosa il tuo Marsden gossippera’, Cersei lo gossipera’.
Quindi, dobbiamo mantenerci davvero come nel titolo del miglior episodio di “Buffy”.
Margo: Quello stile Musical?
Eliot: No, l’altro.
Margo: D’accordo, come Lizzie Bordeniamo questa cazzo di situazione?
Perche’ io sono quasi nella Britney del 2007.
Eliot: Forse potremmo tornare a quando questo posto era Potterizzato.
Margo: E’ uguale. Anche senza una bacchetta, Harry troverebbe una soluzione.
Eliot: Onestamente, non ho finito di leggere nemmeno quei libri…
Margo: Il nostro Harry, intendo.
Eliot: Lui. Beh, lui… Consulterebbe il pedofilo inquietante.

[1] Si riferisce al personaggio di Sharon Valerii che era un agente dormiente ignara della sua condizione.
[2] Quel personaggio riceve l’incarico di fare un pedinamento che lo mettono di fronte ad un dilemma morale.
[3] Nella serie Gossip Girl conclude ogni suo messaggio/spiata con un “XOXO” come succede nella opening
[4] Parla del visore di Cyclops, che l’attore ha interpretato nel film citato, come metafora della benda che Margo sta indossando per coprire l’occhio.
[5] Christopher Plover, l’autore di “Fillory & Further” nella serie.

MAN OF STEEL – la recensione che non serve più


Come Non Detto

Si fa una fatica, qui a Lerici, a fare le cose con la rete…
Comunque ecco qui. Ormai l’avrete visto tutti e avete già discusso a lungo su chi e su come e perché.
Rilassatevi.
Contiene spoileroni e una traccia di inizio film che la Sarah se l’è perso, grazie agli orari fuffa del cinema di Sarzana.

01

02

03

04

05

06

07

08

09

10

11

12

13

14

15

16

17

18

19

20

21

22

Questa era rimasta fuori:

23<

View original post

Timeline di Doctor Who 1963-2011


Doctor Who Timeline Infographic
Via: CableTV.com

Ve lo ricordate il programma “Solletico”?


Immagine

Intervista a Mauro Serio pubblicata su Libero. Leggendola potrete constatare più da vicino il livello di degrado raggiunto dal mondo dello spettacolo nell’ultimo decennio.

Mauro Serio ha cresciuto un’intera generazione di ragazzi. I ventenni di oggi. Era il conduttore di “Solletico”, programma cult su Rai 1 in onda ogni pomeriggio dal ’94 al 2000. Giochi, telefilm, rubriche educative. Poi ha gestito le ultime due edizioni di “Giochi senza frontiere”, era sul punto di fare il grande salto al preserale. Ma è improvvisamente – e misteriosamente – sparito dal video (a parte qualche ospitata). Ora ha 51 anni, fa teatro e recita nelle fiction (“I Cesaroni 2”, “La ladra”, “Nero Wolf”).

Mauro, quella ragazza la sta fissando. Avrà vent’anni e l’ha riconosciuta.

«Capita spesso. Per la generazione dei ventenni sono ancora un mito. Sono cresciuti con me guardando “Solletico”».

La fermano in tanti?

«Sì, ma ormai, vista l’età, mi faccio chiamare zio. Sono legatissimi a quel programma. È stata l’ultima tv dei ragazzi fatta in un certo modo, con dei contenuti divertenti, ma anche educativi».

La domanda più frequente che le fanno?

«“Perché non conduci più?”».

Che risponde?

«Non dipende da me.

All’improvviso non mi hanno più fatto lavorare con una trasmissione mia».

Perché?

«Non ho mai avuto raccomandazioni né spinte perché quando ho iniziato c’era sì la lottizzazione, ma lasciava uno spiraglio alla capacità. Chi ricopriva ruoli dirigenziali aveva conoscenza del mezzo, della storia della tv e della Rai».

Poi che è successo?

«Dal 2000 sono stati presi manager esterni, professionisti bravi a far quadrare i bilanci, ma senza cultura televisiva. In quel periodo ero tra i candidati per condurre un preserale. Ad un appuntamento con un nuovo direttore di rete mi sono presentato: “Piacere, Mauro Serio. Ho condotto Solletico per sei anni”. Risposta: “E cosa è? Di che stiamo parlando?”».

Torniamo al presente. La tv la guarda?

«Soprattutto Sky e alcuni programmi di intrattenimento della Rai. La televisione in chiaro la seguo per vedere fino a che punto arriva il declino senza la mia presenza. E capire, con tanti nuovi canali satellitari, dove potrebbero aprirsi spiragli di lavoro».

Cosa le piacerebbe fare?

«Ancora programmi per giovani».

I reality le piacciono?

«Mi incuriosivano i primi tempi. Non sono mai stato invitato, ma credo avrei rifiutato anche se spesso offrono una buona possibilità di rilancio. Non mi ci vedo, per esempio, su “L’isola dei famosi”. Noia, poco cibo, stress. Mi salterebbero i nervi, rischierei di reagire e tirare fuori il peggio di me».

Cosa fa ora Mauro Serio?

«Vivo a Roma con mia moglie Beatrice e i miei figli: Nina di 14 anni e Rocco di 15. Sono attore. Il 13 dicembre, al teatro dei Satiri di Roma, debutto con “Natale a Capracotta”. Ma tornare a recitare non è stato facile…».

Come mai?

«In Italia ti appiccicano le etichette. E quando ho smesso con la tv, per tutti, ero il conduttore di programmi per bambini. Mi guardavano con sospetto e diffidenza, anche se da ragazzo ho iniziato proprio a teatro e avevo già fatto esperienze in fiction».

Già, torniamo al piccolo Mauro.

«Nasco a Taranto il 19 novembre 1960, secondo di tre figli».

Che bambino è?

«Mancino e vengo rieducato all’uso della mano destra. Un trauma».

Urca.

«Ai tempi la sinistra è considerata la mano del Diavolo e sono scappellotti. In prima elementare questa forzatura mi procura qualche rallentamento nel leggere».

Nel ’66 la sua famiglia si trasferisce a Trieste.

«I nonni materni si sono spostati là e li raggiungiamo. La città è più a misura d’uomo, più vivibile. Ma…».

…ma?

«Sono un bambino timido e sensibile e vivo male l’inserimento. Sono anni faticosi, mi danno del terùn. E per reazione, a scuola, mi azzuffo. Non ho mai sopportato i prepotenti».

Scuole?

«Professionale per tecnico meccanico».

Quando il contatto con il mondo dello spettacolo?

«L’anno della maturità decido di iscrivermi a un corso di mimo e clown e per guadagnare qualche lira, di sera, faccio il tecnico luci e il macchinista al Teatro Rossetti. È la mia gavetta sul palcoscenico. Da dietro le quinte osservo i grandi maestri del teatro, quelli che ora non ci sono quasi più: adesso basta aver partecipato a un reality per lavorare…».

Piano piano diventa attore.

«Lo vivo in maniera romantica. Faccio la prima tournée estiva da professionista con “La locandiera” e nel 1980 mi trasferisco a Roma. Dove inizio a studiare danza classica. Al primo e unico provino come ballerino vengo preso per “Parsifal”, regia di Pierluigi Pizzi. Ci esibiamo a Venezia, in quella che era la “Fenice” prima che bruciasse».

Ormai è un attore vero. Si dà all’operetta, fa il cinema (“Teresa”, “Supplì”) e tanto teatro: “Sogno di una notte di mezza estate” per la regia di Bolognini, “American Buffalo”, La dodicesima notte” con Mario Scaccia, “Re Lear” con Albertazzi e una serie di spettacoli di Mamet con Barbareschi.

«Ecco, Albertazzi è uno di quei grandi maestri di cui parlavo prima. Ogni sera recitava in modo diverso, c’era sempre qualcosa da imparare e tutte le volte era da pelle d’oca».

Nel ’92 Serio approda alla tv.

«Vado a un provino, cercano uno dei personaggi per un programma per ragazzi su Telemontecarlo».

La prendono.

«La trasmissione si chiama “Amici Mostri” e interpreto il cattivo Inquinator».

Due anni dopo la chiama la Rai.

«Provino per condurre “Che fine ha fatto Carmen Sandiego?”, format della Disney riproposto in tutta Europa. Vengo scelto e il programma, in onda la domenica mattina su Rai 2, va benissimo: 52 puntate e ascolti alti. E inizio a mordere il freno».

In che senso?

«Spero accada qualcosa d’altro. A fine produzione, per ridere, dico: “Offro 20 mila lire a chi mi trova un nuovo programma!”. Finché Nicotra, il regista, un giorno mi chiama: “Ti vuole parlare il capo struttura Rai della tv dei ragazzi”. Penso a uno scherzo».

Non lo è.

«Mi offrono di condurre “Solletico” con Elisabetta Ferracini».

La figlia di Mara Venier.

«Timida, sensibile, frizzante. All’inizio facciamo fatica a ingranare, ma poi ci conosciamo e funziona tutto a meraviglia».

“Solletico” inizia il 21 marzo 1994. Programma quotidiano per bambini dai 6 ai 14 anni su Rai1.

«Due ore di diretta da Milano, con ospiti due classi delle scuole elementari. Faticoso, ma molto bello. E difficile. Ci sono pedagoghi, psicologi, esperti d’infanzia che controllano tutto ciò che si dice e si fa. C’è da stare attenti a non creare situazioni imbarazzanti, al linguaggio e ai doppi sensi».

Già, fare tv con i bambini non è facile. Qualche gaffe?

«Ai tempi di “Che fine ha fatto Carmen Sandiego?”, in una pausa, mi scappa una cazzarola. A fine trasmissione mi telefona la responsabile, è preoccupata che lo dica anche in presenza dei ragazzi durante la registrazione».

Mauro in poco tempo diventa un mito per i piccini. Quale il segreto?

«La sensibilità. E poi ho sempre seguito una sola grande regola: trattare i bambini come piccole persone adulte, non come dei semi-deficienti cui fare sempre vocine strane o gesti stupidi».

Proprio in quegli anni lei diventa papà.

«E i miei figli, da piccoli, mi chiamano babbo grande quando sono a casa. E babbo piccolo in video”».

Restiamo a “Solletico”. Il programma crea tanti slogan, tra cui “Chi non solletica con noi, non si diverte!”.

«Il più bello però è quello a fine programma, quando dico: “Adesso che è finito Solletico, spegni la tv e accendi un libro, lui ti accenderà la fantasia”».

Un momento divertente?

«Gioco a squadre tra ramarri verdi capitanati da me e pantere rosa capitanate da Elisabetta. C’è da mangiare, in due, una lunga liquirizia il più in fretta possibile. Senza usare le mani. Io e Elisabetta facciamo la dimostrazione e all’ultimo morso lei, senza accorgersi, mi addenta il labbro superiore. Dolore pazzesco, sangue. In diretta, facendo finta di niente, chiamo la pubblicità. E finiamo su Blob».

Nel periodo di “Solletico” lei diventa ambasciatore Unicef, conduce per due anni “Lo Zecchino d’oro” e poi le ultime edizioni (’98 e ’99) di “Giochi senza frontiere”.

«La prima va molto bene, mentre nella seconda c’è aria di smobilitazione: alle trasmissioni concorrenti danno le tigri bianche, a noi il tiro alla fune…».

Dopo sei edizioni, nel 2000, “Solletico” viene chiuso.

«E con lui finisce la tv dei ragazzi, che lascia il posto a “La vita in diretta”. Mai, in quel periodo, avrei pensato che sarebbe stata la mia ultima conduzione».

Mauro, ultime domande veloci.Migliori presentatori di sempre?

«Walter Chiari, Enrico Simonetti, Johnny Dorelli, Lelio Luttazzi».

Lei sa cantare, ballare, recitare, condurre, fare il mimo e il clown. Dovesse scegliere solo un mestiere?

«L’attore, perché è tutto questo».

Mauro Serio quanto si sente bambino dentro?

«In quegli anni ho sempre detto di vivere felicemente la mia sindrome di Peter Pan. “Solletico” era un’isola felice, con i bambini avevo un rapporto speciale. Ma anche in “Giochi senza frontiere” – che era una sorta di “Solletico” per adulti – avevo un rapporto speciale con i concorrenti. E allora, quando penso a quanti programmi simili avrei potuto condurre in questi anni, mi viene un po’ d’amarezza».

Ha guadagnato molto con la tv?

«Abbastanza. Nell’ultima stagione 400 milioni lordi».

Rapporto con la religione?

«Sono cattolico, credente. Ho fatto le elementari dalle suore».

Ha paura della morte?

«Ora che sono padre e marito ci penso di più».

Rapporto con il sesso?

«Felice».

Da quanto tempo è sposato?

«Da 16 anni e sto con mia moglie da 19».

Qualcuno che vorrebbe riabbracciare?

«Mamma Maria che è mancata due anni fa. E papà Francesco, l’unico a non ostacolarmi quando ho deciso che da grande avrei voluto fare l’attore».

Ultima. Mauro, guardi là, un altro ventenne che l’ha riconosciuta. Dica qualcosa a questi ragazzi che la vedono ancora come un idolo.

«Spero che nella vostra vita e nella vostra crescita, oltre all’affetto per il programma, “Solletico” vi abbia lasciato qualcosa in più».

Fonte: http://otakunoempire.altervista.org/?p=1291

Lucca Comcs & Games 2010


Nonostante la valanga di acqua che abbiamo trovato… è stata davvero un figata di fiera!!

XDDDDDD

Giocone per veri intenditori…


75 band nascoste

Nell’immagine qui sopra sono “nascoste” 75 band famose…

Sei capace di trovarle tutte quante???

ORRORI NELLE SIGLE


Testo incriminato


Serie

Cantante

…Il 4 Luglio si arrende il
bastione, il 4 Luglio c’è la rivoluzione…

Il tulipano nero

(A. Martelli – A. Valeri Manera)

Cristina d’Avena

Ma la rivoluzione non è il 14 Luglio???


…E’ un fiore delicato, è felicità, e a spasso col suo gatto se ne
va…

Candy Candy


(L. Macchiarella – M. Fraser – Kobra) Rocking Horse

Ehm, non è un gatto ma un procione…

Jeremy e Jenny,
storia d’amore, fra le racchette, le corse e il sudore

Jenny la Tennista

Nico Fidenco

No, no! Non c’è storia d’amore tra l’allenatore e Jenny!!

Quando a Johnny va, che strane
cose fa, lui può spostare tutto col pensiero… E’ timido e sincero,
di tutti tutto sa, poiché legge nel pensiero
!

E’ quasi magia Johnny

Cristina d’Avena

Tra gli innumerevoli poteri di Johnny (Kyosuke) la lettura del
pensiero non è contemplata (appartiene infatti al cugino). L’unica
volta in cui si sforza di leggere nel pensiero, il professore di
scuola lo riprende chiedendogli se ha bisogno di andare in bagno…

…segui il tuo sentiero, sei un
guerriero Dragonball!

Dragonball

Giorgio Vanni

‘Dragonball’ NON è il n ome di un personaggio della serie tv!

Combatti per trovare il drago,
Dragonball, il drago delle sette sfere Dragonball, ma quando arrivi
tu non c’è più

Dragonball

Giorgio Vanni

Goku non cerca il drago delle sette sfere, ma le sette sfere che
servono a far apparire il drago. Il concetto è decisamente
diverso… Tra l’altro da quel che si dice nella sigla, il drago
sembra scappare ogni volta che compare Goku, cosa assolutamente non
vera!

Sasuke, Sasuke… nessuno ti può
vincere perché tu sei cintura nera karaté, Sasuke, Sasuke, col tuo
kimono sei così feroce, ma in fondo buono, sconfiggere il tiranno tu
saprai, o nobile guerriero samurai.


Sasuke, Sasuke nessuno ti può vincere lo so, tu sei
cintura nera anche a judò…

Sasuke, il piccolo guerriero

I cavalieri del re

Mai sentite tante castronerie tutte assieme. Sasuke è un ninja dunque
la sua arte marziale non c’entra nulla con il karate, lo judo e,
essendo un ninja, non è nemmeno un samurai!! I ninja, tra l’altro,
non portano il kimono ma il keiko gi…

Ruba i soldi solo a chi ce ne ha
di più, per darli a chi non ne ha…

Lupin III

I cavalieri del re

Non confondiamo Lupin con Robin Hood. Lupin, solitamente, ruba solo
per se stesso e i soldi se li tiene!

Cinque super robot,
Gundam Win tutti d’oc


MS Gundam Wing

Giorgio Vanni

I famosi Gundam d’origine controllata! ^_^’ Tra
l’altro, la canzone è intitolata Gundam Win, anziché Wing!

Nella tana delle tigri lui, di
nascosto entra piano e poi, con sorpresa assale tutti, il tigre!

l’Uomo Tigre

I cavalieri del re

Complimenti! E’ l’Uomo tigre o un ninja?

Arriva Bem, nemico
del mal, che in bocca tien, mille pugnal. Ha squame verdi sopra la
pelle, lingue di fiamme sopra le spalle…

Bem, lo spettro umano

Nico Fidenco

Forse l’unica cosa che può avere sono le squame verdi (più che altro
ha un colorito giallastro/verdognolo) per il resto non c’azzecca
niente…

Un uomo giusto e determinato, che
del presente un po’ tutto sa…

Action man

Marco Destro

Beato lui…

Splendido, splendido, nel cielo
va! La sua tuta azzurra brilla nell’oscurità

Capitan Futuro

I micronauti

La tuta è grigia. Daltonici??

Nel suo occhio c’è l’azzurro, nel
suo braccio acciaio c’è…

Capitan Harlock

La banda dei bucanieri

Idem come sopra. L’occhio non è azzurro ma nero. Azzurro potrebbe
trattarsi di mare o cielo, ma dal momento che l’astronave viaggia
nello spazio non si parla ne’ di uno ne’ dell’altro…

Sailor Moon, hai la Luna in te,
principessa di un regno che non sai dov’è…

Sailor Moon

Cristina d’Avena

Alla faccia dello spoiler. E comunque il dubbio non era su quale fosse
il regno, ma semmai su chi fosse la principessa… Dal primo
episodio viene svelato che si tratta del regno della Luna.

Now, it’s 1980 (nineteen eighty)

been waiting so long
for this is a good year
wine, football and song
everyone get ready
now is going to see
the best goals in football

made in Italy

Three kicks for Europe
and three for the cup
three more for the champion
and one goal for love

let our voices ring out
so their heroes that come
all the way from Naples, Florence, Turin and Rome.

Arrivano i superboys

(P. Dossena, G. Faggetter, L.
Lopez) Eurokids

Cosa cavolo c’entrano il vino,
l’Italia, Napoli, Firenze, Torino e Roma???

Va Babil Junior, contro chi
vorrebbe il potere,
e salverà la libertà…
nell’infinito, nel futuro e nel passato, vola più su, sempre di
più…

Babil Junior

(L. Macchiarella, M. Fraser, D.
Meakin) I superobots

C’è la sagra dei verbi. Infinito,
futuro e passato. Mancano giusto l’imperfetto e il gerundio…

Odia gli stupidi, aiuta i deboli,
dagli invasori ci difenderà

<—>

Tutto disintegra quando gli
girano
le Lame Boomerang…

Daltanious

(F. Migliacci, Argante)  I
superobots

Ma per stupidi intende anche chi è poco intelligente?
Ma poverini…
Meglio non fargli girare le
lame boomerang…

Arcisuperextravelocissimamente,
schiacci, salti, scatti, batti tutti Mimì;

giochi per giocare senza vincere niente,
oh Mimì, oh Mimì

Mimì e la nazionale della
pallavolo

(C. Vistarini, L. Lopez, Argante)
Georgia Lepore

Non mi risulta che giocasse senza vincere niente.
Giocava per vincere, eccome!

Nel cristallo, Sailor Moon, brilla
un sole rosso e blu, Sailormoon e il cristallo del cuore…

Sailor Moon e il cristallo del
cuore

Cristina d’Avena

Non c’è un sole (e quindi non è nemmeno rosso e blu)

Ti muovi con agilita’
sai esser docile se vuoi
in te c’e’ tanta nobilta’

        come un antico samurai

<…>

Col tuo simpatico Judo
risolvi tutti i nostri guai
anche se piccolo pero’
per noi sei il grande samurai

Nino il mio amico ninja

I cavalieri del re

Vale lo stesso discorso fatto per
Sasuke. Nino è un ninja dunque non ha nulla a che vedere con i
samurai, tantomeno con lo judo.

Quattro occhi su di te, giallo
rosso, giallo blu…

Fantaman

Superband

In verità, gli occhi del dottor Zero
sono giallo, rosso, verde e blu. Potevano benissimo dire: “Quattro
occhi su di te, giallo rosso, verde blu”

C’è una dolce ragazzina, forse
ancora un po’ bambina, con due occhi neri neri ma lucenti e molto
fieri

Il grande sogno di Maya

Cristina d’Avena

Si vede chiaramente che nell’anime,
Maya ha gli occhi azzurri

Georgie dai biondi capelli dorati,
due occhi azzurri, brillanti e vivaci…

Georgie

Cristina d’Avena

Un altro errore nella colorazione degli
occhi. Ma non sono verdi?

Segnalazione di Gfm

Tra due astronavi avversarie
scoppia una battaglia tra chi dovrà dominare tutta la galassia. E
mentre infuria lo scontro atterrano in un mondo di 4000 anni
fa. Ci sono mostri preistorici su quel pianeta, nessuna traccia di
uomini ma che disdetta!

Rombi di tuono e cieli di fuoco
per i Biocombat

(A.Valeri Manera – A. Amato)
Enzo Draghi

Tralasciando il pessimo titolo, i dinosauri
hanno vissuto sulla Terra tra i 65 e i 200 milioni di anni fa. 4000
anni fa c’erano gli egizi e i babilonesi… Un vergognoso errore
storico!

Sono spaziali, Gundam mandati qua,
eccezionali per forza e volontà, hanno le ali e niente li fermerà…

MS Gundam Wing

Giorgio Vanni

In verità le ali ce l’hanno solo lo Wing Zero di Heero,
il Death Scythe hell e l’Epyon

Notte buia alla corte di Francia,
a palazzo si dorme già. Tre briganti con spada e con lancia, agguato
a sua maestà.

Lady Oscar

I cavalieri del re

Passi per la spada, ma la lancia non è
un’arma un po’ troppo primitiva per fare attentati nel tardo 18°
secolo? Avevano già inventato pistole, fucili, esplosivi…

Segnalazione di Massimo

Naso di legno, cuore di stagno,
burattino…

Le avventure di Pinocchio

Luigi Lopez

Non mi risulta proprio che Geppetto
abbia fatto a
Pinocchio un cuore di stagno! Anzi un cuore Pinocchio non ce l’aveva
proprio essendo stato ricavato tutto da un tronco di legno.

Segnalazione di Massimo

Mazinga… robot! -Luce atomica!-

Mazinga… robot! -Spada diabolica!-
Mazinga… robot! -Spirale perforante!-
Mazinga… robot! -Lava Atomica!-

Mazinga… robot! -Pugno atomico!-
Mazinga… robot! -Pugni rotanti!-
Mazinga… robot! -Doppio laser!-
Mazinga… robot! -Onda di fuoco!-
Mazinga… robot! -Razzi fotonici!-

Il Grande Mazinga

(F. Migliacci, Argante) I
superobots

La metà delle armi enunciate nella sigla, il Grande
Mazinga non sa neanche cosa siano… Soprattutto la spirale
perforante cos’è? un anticoncezionale?

Sono tornati i cavalieri, chi lo
sa…

I cavalieri dello zodiaco – Hades

Giorgio Vanni

Chi lo sa? Se non lo sai tu che lo canti, dobbiamo
saperlo noi?

Ma c’è chi vincerà e c’è chi
perderà per salvare l’umanità.

I cavalieri dello zodiaco – Hades

Giorgio Vanni

Ringraziamo gli autori della sigla per questa perla di
saggezza. Sicuramente si sono guadagnati il premio ‘Banalità 2008’

Iruka è il mio maestro e sa cucinare e battersi, Sasuke ed io da
un’altra età, ci sentiamo simili. Ma l’edelweiss dei sogni miei è
Sakura e prima o poi asciugherò quegli occhi suoi coi miei primi baci

Naruto

Giorgio Vanni

Il fatto che Iruka porti sempre Naruto a mangiare ramen
nei classici chioschi, non significa che sappia anche cucinarlo…
Naruto e Sasuke non si possono definire davvero
simili. Il primo è un orfano evitato da tutti, il secondo i genitori
li aveva ma sono stati uccisi dal fratello e non è certo evitato
dagli altri, direi il contrario. Semmai c’è più attinenza tra Naruto
e Gaara.

Stendiamo un velo pietoso sulla strofa tra Sakura
e Naruto. Non è uno shojo!

[Fonte: http://www.serateotaku.it/sigle.html]

Kenshiro incontra i suoi fan!


Dall’ufficiale comunicato stampa di Dolmen e Yamato Video arriva una bella sorpresa, che farà sicuramente contenti i fan di Kenshiro che vivono nei dintorni di Milano e che possono permettersi di spendere un sabato pomeriggio all’insegna del fumetto. L’evento in questione è appunto un’occasione data a tutti gli appassionati del genere di incontrare il cast italiano del lungometraggio di animazione “Ken il guerriero – La leggenda di Hokuto”, farsi fare autografi a destra e sinistra e addirittura simulare con gli attori il doppiaggio delle scene più avvincenti. Il cast sopracitato è composto da Lorenzo Scattorin (Kenshiro), Diego Sabre (Sauzer), Dario Oppido (Raoul), Ivo De Palma (Toki)

L’evento si svolgerà sabato 13 Dicembre presso lo Yamato Shop di Milano, in via Tadino 5, dalle ore 14.30 alle ore 18.30, un full immersion di 4 ore insomma che non dovrebbe deludere nessuno! L’incontro organizzato da Dolmen Home Video e Yamato Video è dato dal grande successo avuto con il box office de “La leggenda di Hokuto”, primo dei 5 capitoli della serie, ma è anche una buona occasione per conoscere l’inedito “La leggenda di Julia” e il cult anni ’80 “Ken il guerriero il film”.

I fan, oltre alla possibilità di conoscere il cast italiano, avranno anche la possibilità di presentarsi vestiti come gli eroi dell’anime, impersonando i loro personaggi preferiti e facendo del sano cosplay. E’ interessante notare come il cosplay ormai sia una componente fondamentale di questi eventi, segno di un vero ampliamento culturale che fino a poco tempo fa non si immaginava nemmeno.

Un ulteriore buon motivo per partecipare è che verrano scelti due tra i presenti all’evento, i quali avranno la fortuna di poter assistere, per una giornata, alla sessione di doppiaggio del nuovo capitolo della saga (presentato nel listino da Mikado Film) presso gli studi Raflesia sempre in Milano. Ovviamente maggiori dettagli li potranno avere coloro che parteciperanno all’evento.

Prima di lasciarvi vi ripropongo due brevi citazioni, tratte da anime click, che vi illustrano la trama di questi 5 nuovi capitoli e delle informazioni riguardanti l’ edizione a tiratura limitata realizzata in esclusiva per l’evento.

Sinossi:

Primo capitolo della saga “Ken il guerriero – La leggenda di Hokuto – Director’s Cut” si svolge sullo sfondo di una società sconvolta dagli attacchi nucleari e costretta a sopravvivere nella speranza dell’arrivo di un nuovo salvatore che possa riportare la pace e la prosperità. Kenshiro combatte per difendere chi si trova in difficoltà, grazie alle tecniche di combattimento imparate nella scuola di arti marziali “Divina scuola di Hokuto”, di cui ne è l’erede. L’arte del combattimento si ispira ai principi orientali dell’agopuntura e le relazioni sono regolamentate dal codice d’onore della tradizione millenaria dei samurai.
Il fratello maggiore di Ken, il re Raoul, assetato di potere, sfrutta gli stessi insegnamenti per cercare di conquistare il mondo; mentre il terzo fratello, Toki, con le sue doti curative aiuta la popolazione in preda al caos e alle barbarie del temibile Sauzer, della scuola di Nanto.
I tre fratelli si troveranno riuniti, grazie all’aiuto della valorosa Reina, per combattere Sauzer, ma solo Ken sarà chiamato allo scontro finale…

Edizione Limitata:

Due dvd – Il film in edizione Director’s Cut, con il doppiaggio realizzato in occasione dell’uscita cinematografica e affidato alle voci di Lorenzo Scattorin (Kenshiro), Diego Sabre (Sauzer), Dario Oppido (Raoul), Ivo De Palma (Toki); la colonna audio originale giapponese, con i sottotitoli in italiano. Il film sarà affiancato da un ricco parco extra tra cui lo “Speciale Doppiaggio”: un video esclusivo realizzato appositamente da Dolmen durante le fasi di doppiaggio della nuova edizione del film presso gli studi milanesi di Raflesia in collaborazione con Yamato; due video che ci portano dietro le quinte del film, il “Making of” e le “Interviste agli autori” Hara, Buronson e al regista Takahiro Imamura; tra i contributi video segnaliamo anche video musicale della canzone ”You are shoked”e il trailer de “La leggenda di Julia”. L’edizione a tiratura limitata avrà una grafica personalizzata, conterrà 6 card da collezione e un prestigioso ed unico Libro realizzato appositamente per la versione italiana della Limited edition, con i disegni preparatori, il testo di 120 pagine contiene i disegni preparatori originali utilizzati per la creazione del film.
Buona fortuna a tutti coloro che potranno partecipare!

  

[Fonte: animeclick]

[Fonte: Komixjam]

Voci precedenti più vecchie

Maggio: 2024
L M M G V S D
 12345
6789101112
13141516171819
20212223242526
2728293031